L’idea di aggregare intorno un pubblico di testi letterari letti nelle lingue originali è nata da una proposta che Enrico Palandri aveva fatto a Sandro Parenzo, Assessore alla Cultura della Giunta Cacciari nel 2004. Fin dai primi incontri sono stati coinvolti Donata Grimani e Riccardo Held che hanno insieme a Enrico iniziato un interessantissimo viaggio esplorativo di circa un anno in alcune delle numerose associazioni culturali che lavoravano a Venezia e a Mestre in quegli anni: il coro delle donne ucraine, la casa iraniana della cultura e tante altre associazioni che avevano e hanno lo scopo di mantenere integra un’identità personale e collettiva dei tanti migranti nel nostro territorio.
Fin dall’inizio del proprio percorso la casa delle parole ha cercato di offrire un’occasione di scambio e di dono attraverso la letteratura tra le tante diverse anime linguistiche della città. Tra i primi lettori che hanno iniziato questo viaggio ci sono stati Amos Luzzatto e Laura Voghera, che con noi hanno letto e proposto per anni. Alla fine delle nostre serate del martedì andiamo spesso a mangiare insieme da qualche parte e anche le serate preparatorie, di solito un paio di settimane prima della lettura pubblica, si svolgono a casa di uno di noi con un’offerta gastronomica che spesso rivaleggia con quella letteraria.
L’ambizione originaria era d’attraversare frontiere linguistiche e sociali attraverso la letteratura. Il comune mise a disposizione dell’iniziativa di Donata, Enrico e Riccardo Casa Goldoni: la prima lettura pubblica nella primavera del 2004 fu dedicata a Le mille e una notte e da allora, ogni secondo martedì del mese alle 18, ci si è ritrovati e la casa delle parole è diventata quasi subito quello che è oggi: un gruppo aperto e cosmopolita, innamorato delle lingue, del suono e della diversità di ognuna di loro, del piacere di ascoltare letture nell’originale.
Già dall’inizio John Francis Phillimore ha proposto al gruppo serate speciali (una, memorabile, la organizzò insieme a Gregory Dowling e fu dedicata al compleanno di Elizabeth Bishop, un’altra serata fu dedicata a Gaston Salvatores).
In pochi anni, il pubblico che si era raccolto intorno al gruppo originario, ormai già difficile da distinguere dal gruppo più ampio che partecipava, proponeva e organizzava ulteriori eventi, crebbe al punto di costringere il Comune di Venezia a spostare l’appuntamento del martedì da Casa Goldoni, che poteva ospitare solo una quarantina di persone, a Ca’ Rezzonico; siamo stati poi ospiti dell’università alle Zattere, infine di Palazzo Grassi che dal 2011 ospita le serate nel teatrino.
Tra le diverse iniziative che negli anni si sono aggiunte e che sono state temporaneamente abbandonate ci sono state per alcuni anni La casa della musica, che si reggeva su un simile principio di sconfinamento delle frontiere tra generi e culture, Vappoesia, le poesie sui vaporetti e i mezzi pubblici di Venezia e Mestre curate da John Francis Phillimore, alcuni laboratori portati nelle scuole medie con il sostegno della Fondazione di Venezia (il progetto Leggere la scrittura). Tutti progetti che speriamo di riprendere presto.
L’anima della casa delle parole resta comunque la lettura mensile di testi letterari nelle lingue originali e in traduzione italiana. Da diversi anni un pubblico medio mensile di un centinaio di persone a serata viene ad ascoltare le letture ed entra così in dialogo con il cosiddetto gruppo ristretto, che consiste di una trentina di persone tra cui c’è sempre qualche nuovo arrivo e qualcuno che invece lascia. Il gruppo ristretto è aperto a chiunque desideri proporre un testo legato ad uno dei nove temi che ogni anno vengono presentati nel mese di ottobre per la nuova stagione. L’osmosi tra lettori e pubblico è una delle caratteristiche più felici della Casa delle parole che in questo modo riesce a mantenere un clima cordiale ed egualitario tra lettori, scrittori, traduttori, professori, studenti e curiosi che di volta in volta arrivano e lasciano il gruppo.
Tra i partecipanti illustri ci sono stati negli anni Daniele Del Giudice, Vikram Seth, Michele Mari, Andrea di Robilant, Patrick McGuinness, Gilberto Sacerdoti, Ernesto Rubin e i numerosi vincitori della Marie Brandolini Residency, che la casa delle parole ha avviato da alcuni anni in collaborazione con Beit Venezia, Mishkenot Sh’ananim di Gerusalemme, Rotschild Europe e sotto la magnifica regia di Beatrice Rosenberg. Il premio prevede tre settimane a Venezia e tre a Gerusalemme, è dedicato alla memoria di una delle più belle amiche e lettrici, Marie Brandolini. Tra i vincitori ci sono stati Kiran e Anita Desai, Maira Kaplan, Francesca Segal, Sjon, Emmanuel Moses.
Ogni mese vengono proposti una trentina di testi tra cui se ne scelgono per la lettura pubblica circa la metà (siamo consapevoli che sono limitati i tempi che si possono dedicare all’ascolto). Se lo si moltiplica per 9 serate (da alcuni anni 10, per una serata speciale nella settimana del vetro di Settembre), sono migliaia di testi e poesie che ci siamo regalati gli uni con gli altri e che abbiamo letto in pubblico.
Una bella avventura per chi ama leggere ed ascoltar leggere.